ALTERAZIONE DIESIS
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ALTERAZIONE DIESIS
Il termine italiano deriva dal greco dìesis che significa intervallo. In altre lingue ci si riferisce a questo segno con termini analoghi a "croce" o "nota sostenuta, spinta verso l'alto".
Esiste anche il doppio diesis (Immagine:Sharp.svgImmagine:Sharp.svg, oppure Immagine:DoubleSharp.svg) che indica un incremento di frequenza della nota pari ad un tono.
* I diesis possono essere scritti immediatamente dopo la chiave musicale, secondo un ordine prestabilito (fa, do, sol, re, la, mi, si). In questo caso si chiamano alterazioni fisse (o in chiave) e valgono per tutte le note con quel nome per l'intera durata del brano (escluse le note con bequadro, un simbolo che rimuove l'alterazione, facendo quindi tornare naturale la nota). Il numero dei diesis in chiave determina la tonalità del brano: da nessuna alterazione (do maggiore) a sette (do diesis maggiore). Occorre un'analisi più attenta del brano per determinare se esso è scritto in modo maggiore o nel relativo minore.
Per determinare la tonalità di un brano con diesis in chiave si deve tenere presente che l'ultimo diesis annotato è la sensibile del brano. Occorre quindi salire di mezzo tono per trovare la tonica. Ad esempio: se l'ultimo diesis è sol, bisogna salire di mezzo tono dal sol diesis, arrivando a la: il brano è quindi in la maggiore. Se invece si tratta di un brano in modo minore, la sua tonica si trova, come sempre, una terza minore sotto a quella del relativo tono maggiore (nell'esempio, fa diesis minore).
* Il diesis posto immediatamente a sinistra di una nota lungo il brano (alterazione transitoria o momentanea) vale solo per la nota alterata e per tutte quelle della stessa altezza che si trovassero eventualmente oltre il segno, ma prima della fine della battuta.
* In casi ambigui (cambio continuo tra diesis e naturale, cambio di tonalità, armonie complesse) il diesis può essere indicato tra parentesi, soprattutto per favorire la lettura a prima vista del musicista e risolvere eventuali ambiguità. Si tratta, in questo caso, di alterazione di cortesia.
Nella notazione contemporanea, il diesis può essere adattato al linguaggio microtonale mantenendone la logica ma alterandolo graficamente. Se si aggiunge ad una stanghetta verticale una punta di freccia verso l'alto o verso il basso questo indica una nota rispettivamente crescente o calante. Se le stanghette verticali del simbolo diventano tre si parla di triesis (alza di tre quarti di tono), se diventa una si parla di monesis (alza di un quarto di tono).
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